Il modo più efficace per rompere il ghiaccio e per creare connessioni emotive che favoriscano la fiducia e la collaborazione è leggersi a vicenda.
Mi capita spesso di confrontarmi con realtà professionali che amo definire “in fiore” (in evoluzione), a cui mi affeziono e con cui instauro dialoghi costruttivi e profondi. Fin dal primo contatto c’è uno scambio reciproco e spontaneo che apre le porte a un’esperienza gratificante e qualitativa. Tutto questo avviene grazie al ponte invisibile creato dalle parole che usiamo per comunicare.
Mai perdere di vista contesto e obiettivi in una strategia di comunicazione
Non è sempre facile stabilire i livelli (alti o bassi) se si parla di scrittura in senso lato, ma un po’ di conti con la padronanza del linguaggio è giusto farseli, quando la posta in gioco è tessere un filo narrativo utile a incrementare business e visibilità della tua realtà.
Non mi stancherò mai di dirlo: senza tracciare un itinerario narrativo, rischi di finire nell’abisso della confusione.
La capacità di narrare ha un ruolo strategico ben definito nella costruzione dell’identità verbale:
- mettere ordine;
- coinvolgere emotivamente;
- creare connessioni emotive.
Questo approccio è universale, ma vale soprattutto per le libere professioni meno inclini a coltivare l’aspetto emozionale. Tuttavia, in questo momento storico, in cui tutto avviene digitalmente, esporsi personalmente è forse il modo migliore per entrare in empatia con gli ascoltatori del racconto (story-listeners).
Connessioni emotive e professioni “emotive” che non sanno di esserlo. Qualche esempio
Se sei un ingegnere o un medico dentista è improbabile che siano messi in dubbio requisiti e competenze, perché in entrambe le figure i servizi proposti rientrano nella categoria dell’indispensabile. L’ingegnere è fondamentale da milioni di punti di vista, proverei un certo imbarazzo a elencarli tutti, ne prendo uno (davvero) a caso: per aprire una qualsiasi attività commerciale che necessiti di un progetto timbrato e firmato da un tecnico di settore. Il medico? Idem. È il faro nella notte della risoluzione di un problema di salute. Entrambe le figure professionali conservano nel proprio DNA la soluzione.
Paura e formalità: fare il salto emotivo può diventare più complicato
Sono almeno due i fattori che potrebbero tenere il target a debita distanza dal tuo contact form. Nel caso del dentista, si sa, la paura è una questione spinosa che ostacola il contatto, quindi con molta facilità, se mostrerai un lato umano inedito che ispira fiducia e comprensione, accorcerai le distanze.
Nel caso dell’ingegnere le spine sono nella complessità e all’eccessiva formalità comprese nella professione stessa. Sono diverse le libere professioni con analoghe criticità, per questo fanno fatica a distinguersi e a farsi scegliere dal pubblico digitale.
Il rischio è che la scelta non ricada su di te, ma su altri competitor che hanno costruito un’identità più semplice, più fruibile e più accogliente. Per arrivare a veicolare contenuti finalizzati a semplificare bisogna fare lo sforzo di scendere dalla cattedra e dedicare almeno un’ora al giorno all’introspezione, altrimenti le emozioni non trovano lo spazio necessario per uscire allo scoperto e per renderti un avvocato più “umano” e più leggibile.
Anche quando vendi soluzioni ritenute “vendibili a prescindere”, proporsi al pubblico online che non sa chi sei e che non ha mai sentito parlare di te è un’occasione che non puoi perdere per fare crescere ancora di più il tuo business e curare la tua narrazione.
Se fosse proprio un essere vivente a sbloccare la situazione?
No, non è una provocazione. I punti di partenza per sbloccare un’emotività “resistente” potrebbero scaturire da un’impostazione più leggera e più morbida del tuo scenario narrativo. Mettere da parte la razionalità e la scrupolosità potrebbe essere una strada efficace.
Qualche piccolo consiglio
Scegli un libro o una storia che ti incoraggi a superare i limiti emotivi che ti sei posto. Questo esercizio è molto utile. L’ho sperimentato con MAREIOS e ha funzionato.
Il racconto senza tempo a cui mi sono ispirata è stato Il Piccolo Principe. Sono convinta che le connessioni emotive si costruiscano andando oltre l’apparenza. Per questo, quando a prevalere sono la razionalità e il perfezionismo, mi rifugio nell’essenzialità che è invisibile agli occhi. Sono riservata e razionale anch’io, ma non per questo non sono pronta ad aprirmi e ad accogliere le storie che nascondono un dono prezioso: l’unicità. Anche tu ce l’hai, perché continuare a nasconderla?
A proposito di fiori e di citazioni importanti. Entrambi sono piccoli spunti che possono aiutarti a fare un’analisi utile e approfondita delle scelte lessicali che caratterizzano un tono di voce meno rigido e meno impostato. Nel caso di MAREIOS il tono di voce è evocativo, perché custodisce intenzioni e percezioni legate alla cifra poetica del mondo marino. Ci sono almeno alcuni aspetti che mi legano alla rosa del Piccolo Principe: cura, dedizione e protezione, tre principi a cui non potrei rinunciare nella vita e sul lavoro.
- Hai mai pensato a una favola, a un libro o a un essere vivente che rispecchi il tuo modo di essere nella vita e sul lavoro?
- Quante volte nel prendere una decisione ti sei affidato a un valore strettamente legato a una filosofia di pensiero che hai letto e fatto tua?
«È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.»
~Antoine De Saint-Exupéry
Il Piccolo Principe rappresenta il messaggio che vorrei ti arrivasse con un’unica pretesa: raggiungerti attraverso le pagine più significative di un oggetto a me molto caro, il libro. Anche la tua story può diventare intramontabile e sempre attuale, se la coltivi e la annaffi tutti i giorni con le parole e i concetti giusti, esattamente come faresti con il tuo fiore preferito.
Non si finisce mai di raccontarsi e di scavare nel proprio vissuto e nei propri ricordi
Non sottovalutare l’idea che anche un libro possa aiutarti nella tua evoluzione emotiva. Io sto tuttora custodendo il mio fiore in una fantomatica campana di vetro come Il Piccolo Principe. Non importa se non si tratta di una rosa rossa. Ogni fiore è prezioso a suo modo, ogni progetto lo è. Prendertene cura fa parte della tua missione emotiva.
Stai già pensando al fiore o all’animale in cui ti riconosci? Se ti va scrivimi per raccontarmi come sei arrivato alla tua scelta. Ricambierò inviandoti le mie impressioni sul tuo testo.
Non sono domande banali, puoi credermi, perché nell’ambiente puoi scoprire e riconoscere un aspetto inedito che non credevi di avere. Mentre cerchi di capire in che modo vuoi essere percepito dal tuo story-listener, chiediti a quale elemento naturale, fiore o animale ti senti più vicino. Ti aiuterà a stabilire un contatto con la tua vera natura e a percepire le sensazioni più remote del tuo animo. Scegli i valori e le emozioni che desideri condividere, senza farti influenzare dalle tendenze che possono funzionare per gli altri, ma non per te. Porta con te il tablet e prendi appunti durante le tue passeggiate nel verde.
Ricorda: lavora sull’aspetto emozionale
Osserva ciò che ti circonda e fatti rapire dai suoni e dal tuo sentire. Allontanati dalle sovrastrutture della logica e dei criteri. Sfoglia il tuo libro preferito, sottolinea i passaggi che ti stupiscono e che ritieni speciali. Pensa a quale fiore o animale può rappresentare la tua personalità. Impara a guardarti dentro e a leggerti come farebbe uno story-listener che si appassiona alle tue piccole grandi ombre. Saranno le tue stesse ombre a metterti in luce e a farti apprezzare per il tuo lato più “istintivo”.
Tienilo bene a mente, cara realtà intrepida: nel tuo linguaggio vibrano universi emotivi e destini invisibili che diventano incantevoli episodi del tuo vissuto e dei tuoi ricordi.
Ciao, grazie per aver letto questo post.
Sono Marina, curo l’identità verbale dei liberi professionisti.
Scrivo testi per te e con te.
Insieme tracciamo la vera rotta della tua strategia di comunicazione, per imparare a riconoscere la tua straordirarietà e a raccontarti con successo nell’oceano digitale.
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