Le storie belle amano nascondersi come conchiglie sotto la sabbia. Il mio compito è aiutarle a emergere, a renderle leggibili e interessanti senza il brusio della banalità in sottofondo. Trovare conchiglie lungo le nostre spiagge è diventato sempre più difficile. Raccoglierle senza pensare alle conseguenze le ha portate quasi a scomparire. Posso dire, in tal senso, di sentirmi una privilegiata, perché le conchiglie non sono sparite del tutto nel luogo in cui vivo.
Minuscoli puntini bianchi, spesso, affiorano da sotto la sabbia, come se volessero dirci qualcosa: “Ci siamo…”, “Siamo qui per chi vuole ascoltare il mare ma non ci riesce, perché il rumore ha preso il sopravvento su tutto”. Per le storie professionali vale lo stesso principio: il segreto è percepire il valore del racconto. Sapersi raccontare è un’arte silenziosa che risveglia colori appena accennati e sensazioni bisbigliate.
C’è troppo rumore intorno
Dovrebbe prevalere il filo di voce, quello che scrive e lascia una traccia, restituendo senso alle nostre azioni e alle reazioni. Accorgersi delle parole e delle cose, dare loro la giusta importanza può essere un primo passo per costruire i nostri contenuti. Un’identità di valore è un’identità che non si ferma a ciò che si vede ma si sofferma a scrivere ciò che sente veramente.
Ci siamo…”, “Siamo qui per chi vuole ascoltare il mare ma non ci riesce, perché il rumore ha preso il sopravvento su tutto”.
È più forte di me, mi piace dialogare con le cose e con le storie quasi invisibili, perché somigliano alla mia, che non ama mostrare. Lo spirito di osservazione e la creatività sono l’anima del mio lavoro. Mettere in luce e in ordine le storie nascoste è la parte che amo di più del mio lavoro. So bene cosa accade quando regna il caos. Si gioca a improvvisare perché non abbiamo una direzione.
La confusione ci appartiene
Siamo volubili e tenaci allo stesso tempo. Fatichiamo a trovare pace, eppure al momento giusto sappiamo essere anime battagliere. Onde che si infrangono sugli scogli e non si arrendono, questo siamo il più delle volte. Avvertiamo la necessità di avventurarci alla scoperta di noi stessi, ma a un certo punto siamo combattuti tra il fare e il non fare, tra il dire e il non dire. Siamo artefici inconsapevoli dei nostri confini e del nostro destino.
Siamo umani, in fondo, siamo fatti di correnti forti e deboli, di stelle marine, di desideri profondi che abitano il nostro fragile guscio, di sorprese e di sensazioni da scoprire di volta in volta. Non possiamo farcene una colpa se ancora non siamo pronti, come lo sono gli altri – tutti gli altri – a rivelarci. Essere diversi, più sensibili, più attenti, più lenti, più nascosti, è un bene. Sentirsi come una conchiglia rara e intatta che si nasconde sotto la sabbia è una prerogativa di pochi che custodiscono l’arcano di un’esplorazione che ha i suoi tempi e i suoi modi.
Ci capita di immaginarci altrove, oltre una linea immaginaria che disegna un orizzonte a matita. Scrutiamo da lontano i nostri limiti. Cancellarli sembra impossibile. La verità è che non dobbiamo liberarcene. Non è così che si superano. Dobbiamo raggiungerli e possiamo attraversarli con la dovuta calma, sfidando il vento del cambiamento.
Il mare ci appartiene e a volte ci trattiene dal punto di vista identitario
Siamo costantemente in balia di emozioni forti e di scelte che ci tengono ancorati alla realtà. Abbiamo e non abbiamo. Viviamo nell’eterna attesa che qualcosa cambi. Desideriamo eppure rimaniamo indifferenti. Siamo affermazioni e negazioni che si annullano a vicenda. L’incompletezza e l’indecisione ci impediscono di far prendere il largo alla nostra vera identità narrativa. Dentro di noi imperversa una tempesta di idee, ma quando serve siamo in grado di affrontarla e di fare chiarezza con le parole giuste, senza paura di sbagliare. Nelle nostre scelte linguistiche si celano l’opportunità e la capacità di raccontarci.
Siamo barche in mezzo al mare che cercano di approdare sulla terraferma
Vogliamo imparare a governare le vele, eppure viaggiamo con l’ancora in tasca. L’immaginazione ci aiuta a convivere con la realtà senza abbandonarla mai del tutto. Tutto questo può accadere su un foglio bianco a cui decidiamo di affidare le nostre riflessioni e la nostra identità. Possiamo scrivere il nostro Nuovo Inizio e stupire il nostro pubblico come una conchiglia che si fa trovare lungo la riva e che si nascondeva sotto i nostri piccoli importanti passi.
Ciao, grazie per aver letto questo post.
Sono Marina, curo l’identità verbale dei liberi professionisti.
Scrivo testi per te e con te.
Insieme tracciamo la vera rotta della tua strategia di comunicazione, per imparare a riconoscere la tua straordirarietà e a raccontarti con successo nell’oceano digitale.
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