La volpe e l’uva, sogni e traguardi (ir)raggiungibili

La volpe e l'uvaCome la volpe con l’uva. Confesso di averlo fatto. Ho reagito così alle sconfitte in diverse occasioni. Sbagliando si impara, è così che si dice, no?! Ci si dimentica di dire però, che per imparare dai nostri errori bisogna prima di tutto ammetterli. Non solo, che c’è un tempo da rispettare per ogni cosa, nella vita e nel lavoro, come per il grappolo d’uva della favola di Esopo.

Qualche anno fa, quando lavoravo in Nike, essere multitasking era una skill indispensabile per crescere. I problemi da risolvere erano all’ordine del giorno, così come reagire agli imprevisti. Era un continuo alzare l’asticella per portare a casa il risultato. Non potevi non essere ambizioso in Nike. Ogni giorno c’era una sfida: il budget da raggiungere, i prodotti da esporre, la merce da ricevere, i clienti da servire e il team da gestire. Era scritto da qualche parte che la comunicazione avrebbe fatto parte del mio futuro. Comunicare era il mio mondo, ma non sempre lo facevo nel modo giusto. Mi sono dovuta allenare a comprendere le persone e incoraggiarle a fare leva sui loro punti di forza.

Mi chiedevo se un giorno sarei riuscita a mettere in pratica e ad applicare alla mia professione tutto quel bagaglio gestionale. Quando sei supportato da un team puoi delegare, cosa che quando sei da solo non puoi fare. Ti devi arrangiare e devi affidarti al tuo istinto. Le circostanze e la paura di non essere un’identità vincente mi frenavano. Erano troppe le persone a sostenere quanto fossi tagliata per lavorare in gruppo. In qualche modo le ascoltavo, perché credevo mi conoscessero abbastanza da avere ragione. Su di me, in effetti, soprattutto all’inizio, non riuscivo a ottenere gli stessi risultati. È anche così che ho capito la mia vera missione: aiutare gli altri a essere incisivi, credibili e presenti a ciò in cui credono.

Ho dovuto farmi le ossa con i clienti, con il team e con una certa indole a vedere il bicchiere mezzo pieno anche quando era vuoto. In Nike ogni azione era orientata a un traguardo in cui era prevista una vittoria condivisa. Come dire, l’ambiente si plasmava in un insieme forte, consolidato e coerente.

Il prodotto, in quel particolare caso custodiva già un perché e un’eredità valoriale che non avevano bisogno di nessuna spiegazione, ma delle persone sì. Anche i profili che potevano sembrare anelli deboli non lo erano affatto. Il mio compito era apportare il mio contributo coinvolgendoli nelle novità e prendendo spunto dal buono delle loro idee. Funzionava così. Nike era, è e sarà Nike ad interim una realtà economica che si racconta attraverso le parole e le persone, proprio come in una favola di cui tutti vorremmo essere protagonisti.

La volpe e l’uva

Quando un marchio diventa icon, non c’è da aggiungere niente se non un punto. Per questa e tante altre ragioni lavorarci è stato un privilegio. Me ne sono resa conto quando mi sono trovata a prendere le decisioni da sola e a giocarmi in tutto e per tutto l’attitudine che mi è servita più di tutte: il problem solving. Abbandonare quella favolosa rampa di lancio per un piccolo nido nuovo, solo mio, mi spaventava, ma non abbastanza da mollare.

Ho semplicemente preso il coraggio a quattro mani e sono partita per un viaggio in cui la vittoria, per ora, si intravede con il binocolo. In compenso le sconfitte mi hanno fatto apprezzare il mio essere stata ancora acerba dal lato dell’imprenditorialità e matura da quello dell’audacia. Le due cose a un certo punto si sono incontrate e ho iniziato a sentirmi sempre più a mio agio nel contare sulle mie uniche forze.

La metafora della volpe e dell’uva si sposa bene con le mie contraddizioni e con le circostanze. Le sconfitte e i sogni fanno parte dei piccoli business e delle persone che come te cercano un itinerario da seguire. Senza lo spirito combattivo delle grandi ambizioni non si va da nessuna parte. Si rimane a riva, a raccogliere conchiglie con l’illusione di sentirci il mare dentro. Ma il mare è molto più in là. È verso l’orizzonte, dove il punto di partenza diventa un puntino lontano che piano piano scompare. E tu, nel frattempo, diventi grande e padrone delle tue scelte sofferte, sai governare le vele, le onde e persino te stesso quando il vento soffierà più forte.

Ciao, grazie per aver letto questo post.

Sono Marina, curo l’identità verbale dei liberi professionisti.

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